| Cristiano Bergodi |
«Qui porto la mia esperienza di Imola, quando subentrai la situazione era disperata e alla fine ci siamo salvati. Questo Sassuolo non ha una squadra di incapaci, non conosco tutti i giocatori ma sento di poter dire che la salvezza resta un traguardo possibile, se poi arriverà qualcosa in più tanto meglio». Garbato e serio, coi piedi per terra, con l'umiltà e la fiducia che servono. Bergodi si è presentato cosi, con la missione di far ritrovare al Sassuolo la strada della C2, smarrita negli ultimi tempi. Ad accogliere il nuovo tecnico c'era il consiglio al gran completo. Un segnale preciso di solidità e unità, lanciato in un momento cosi delicato. Al fianco di Bergodi il suo stretto collaboratore Raniero Calliari: «E' una persona preparata che stimo molto - ha detto presentandolo Bergodi - e poi quattro occhi vedono sicuramente meglio di due». Al nuovo staff viene chiesto di ripetere il miracolo dell'Imolese. «Non ho la bacchetta magica - si schernisce Bergodi, mostrando doverosa prudenza - occorrerà lavorare sodo, per restituire fiducia e personalità a questo gruppo».
La sua impressione? - «Ho visto i ragazzi solo contro il Monza. Troppo poco per trarre conclusioni. Una squadra che può contare su giocatori importanti e che non merita il fondo classifica».
Da dove comincerà? - «La squadra è troppo tesa e contratta, probabilmente a causa di mancate gratificazioni, le vittorie, finora assenti. Occorrerà quindi lavorare sul piano psicologico, anche per non continuare a finire le gare in 10. Di certo, quanto al gioco, non ci limiteremo ad adattarci a quello degli avversari, dovremo maturare una nostra personalità, uno stile aggressivo e pimpante».
Subito due trasferte... - «Non sono preoccupato. Ho solo voglia di dare corso al mio impegno, di trasmettere entusiasmo, stimoli e motivazioni nuove ai ragazzi». Tanto che ieri il mister era già al Ricci per ricomporre le trame di un Sassuolo da salvare.
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