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lunedì 20 aprile 2020

Settore giovanile, sezione femminile e contributi alle Nazionali


Il punto più alto del Settore Giovanile del Sassuolo: la vittoria
 del primo Torneo di Viareggio della sua storia (marzo 2017)

Il settore giovanile del Sassuolo è formato da 4 squadre maschili partecipanti ai campionati nazionali (Primavera, Allievi Nazionali A e B e Giovanissimi Nazionali), una partecipante a livello regionale (Giovanissimi Regionali), oltre a 2 rappresentative di Esordienti e una di Pulcini. A livello di palmarès, il maggiore alloro del settore giovanile neroverde è rappresentato dalla vittoria al Torneo di Viareggio 2017.


La squadra femminile di Serie A

Nell'estate del 2016 la società neroverde decide di istituire  una sua sezione femminile, rilevando matricola e titolo sportivo della Reggiana. Partendo dal campionato di Serie B 2016/2017, sale di categoria fino alla Serie A, dove milita da allora.


Berardi con la maglia della Nazionale Maggiore di Mancini

Tra i calciatori con presenze nella Nazionale italiana troviamo Simone Zaza, Stefano Sensi e Matteo Politano: il primo ha totalizzato 18 presenze e 2 gol, il secondo 4 presenze e una rete e il terzo 3 presenze e una rete. Domenico Berardi (in foto) ha totalizzato 5 presenze in nazionale maggiore (0 reti), 23 presenze in Under 21 da capitano (4 reti) e 3 presenze in Under 19 (1 rete). Luca Antei vanta 10 presenze in Under 21 (0 reti) e Claud Adjapong 17 (0 reti).

La tifoseria neroverde e i gemellaggi

La curva del Sassuolo al Mapei Stadium di Reggio Emilia
I tifosi del Sassuolo presenti alle partite, storicamente non numerosi a causa delle dimensioni della città, si sono ulteriormente ridotti per effetto delle promozioni degli anni 2010 nelle principali categorie nazionali (prima in Serie B poi nella massima serie): la squadra ha disputato i propri incontri interni dapprima a Modena e poi a Reggio Emilia. La media delle presenze si è attestata intorno a quota 3000. Così, venuti meno gli storici gruppi Ultras Saxolum 1988, Alkatraz, Gruppo 1922 e Head Out, la tifoseria organizzata neroverde è confluita principalmente nel Clan Curva Nord e nel Sasòl. Durante il match casalingo contro il Chievo nel campionato 2013/2014, gli ultras sassolesi indicono una protesta contro l'acquisto dello stadio della città reggiana da parte della società neroverde, evidenziando quanto sia importante per loro non essere sempre "ospiti"; al loro fianco, presenti in Curva Sud, gli ultras "padroni di casa" della Reggiana. Sempre nella stagione 2013/2014 nasce un gemellaggio con la tifoseria del Chievo, particolare con i membri del Coordinamento amici del Chievo. Il 20 marzo 2016 il club Gli Antenati si gemella con l'Udinese Club Friuli. La tifoseria emiliana sostiene inoltre i rapporti di amicizia con i tifosi di Bra, Pavia, Sudtirol, Pordenone e Pro Sesto. La rivalità storicamente più sentita è storicamente quella con i tifosi del Carpi, spesso sbeffeggiati durante le partite dei neroverdi. Nata recentemente, per ragioni di vicinanza e di campanilismo, è quella con il Modena, mentre altre rivalità sussistono con le tifoserie di Empoli, Ancona, Grosseto, Sansovino, Savona, Trento, Pro Vercelli e Belluno, nonché con i corregionali del Cesena e della Spal.  

giovedì 16 aprile 2020

Le strutture del Sassuolo Calcio

Lo stadio "Enzo Ricci" di Sassuolo
Il primo impianto utilizzato dal club neroverde, dal 1922 al 1925, è l'impianto nei pressi dell'attuale Via Roma, a Sassuolo. Fino al 1929 viene poi utilizzato il campo sportivo in località La Pista, nel quartiere di Borgo Venezia sulle rive del Secchia, mentre dalla fine degli anni '20 al 1972 viene utilizzato il campo sportivo di Piazza Risorgimento, situato anch'esso nella città emiliana. Da qui fino alla promozione in Serie B del 2008, il club neroverde disputa le proprie partite interne allo stadio "Enzo Ricci" di Sassuolo, un piccolo impianto da 4008 posti composto da un solo settore, la tribuna centrale coperta. Le due curve, quella ospiti e quella destinata ai supporter della squadra di casa, sono removibili e in ferro. 


Lo stadio "Alberto Braglia" di Modena

Durante la sua militanza in cadetteria, dal 2008 al 2013, il Sassuolo ha disputato le sue partite interne allo stadio "Alberto Braglia" di Modena, complice l'inadeguatezza del "Ricci" per gli standard della Serie B: l'impianto è di proprietà del comune modenese ed il Sassuolo versava una quota annuale per poterne usufruire.


Il "Mapei Stadium" di Reggio Emilia

A seguito dalla prima storica promozione dei neroverdi in Serie A, nel 2013, il Sassuolo trasferisce il suo campo casalingo allo stadio di Reggio Emilia (ex "Giglio"), che in quell'anno viene acquistato dalla Mapei del patron Giorgio Squinzi assumendo la seguente denominazione: "Mapei Stadium Città del Tricolore".

La Sede degli allenamenti


Il "Mapei Football Center"

Nel corso dei primi anni 2000 e 2010, la prima squadra neroverde si è allenata presso lo stadio Enzo Ricci di Sassuolo, struttura situata a fianco della sede societaria del club, in Piazza Risorgimento, utilizzata anche come terreno per le partite interne del settore giovanile. Dalla stagione 2019/2020, sia la prima squadra sia il settore giovanile hanno come sede d'allenamento il "Mapei Football Center" in località Cà Marta.

mercoledì 15 aprile 2020

La Storia (Parte 4): I primi anni 2000

Nella stagione 2000/2001 arriva una salvezza sofferta per gli emiliani, con un solo punto di vantaggio dai playout. In evidenza l'esterno sinistro Emanuele Pennacchioni, autore di 8 reti. Nel campionato successivo (2001/2002) i neroverdi passano nel girone C e si salvano solo ai playout superando il Faenza (0-0 e 1-0). Una stagione tormentata con continui cambi di allenatore: da Balugani a Magnani, Lamagni e ancora Magnani per poi concludere la stagione con il solito Balugani. Sassuolo che presenta ancora Vinti, oltre a Di Cintio (una delle tante promesse non mantenute del calcio italiano), Battafarano, Dal Compare, e il fratello maggiore di Ciccio Ruopolo, Luca (classe 1981), in una stagione che vede l'avvicinamento ulteriore di Squinzi e della Mapei con la presidenza che passa a Belfasti. Prospettive che paiono buone per la stagione 2002/2003, che invece si rivela un disastro. Arrivano buoni giocatori di categoria come Terrera, Lambrughi e Leoni, ma anche qualche fiasco clamoroso dalle giovanili delle squadre maggiori. In panchina c'è Cesare Maestroni, ma la squadra non gira e arriva come sempre Gianni Balugani a sistemare le cose, oltre al rinforzo di Marco Giandebiaggi, che arriva a Sassuolo per chiudere la carriera. La formazione neroverde raccoglie solo 32 punti, che la portano al penultimo posto che vuol dire playout. L'avversario dei neroverdi è l'Imolese di Cristiano Bergodi: il Sassuolo retrocede in virtù delle due sconfitte (sempre per 2-1). In estate arriva però il ripescaggio, sempre per inadempienze finanziarie di diverse società di Serie C.

Giorgio Squinzi, patron del Sassuolo dal 2002

Nella stagione 2003/2004 il club torna nel girone A, partendo con ben altre ambizioni grazie alla Mapei, che entra decisamente in gioco e prende in mano le redini finanziarie del club. In rosa arrivano il difensore Ardenghi, il centrocampista Santunione e gli attaccanti Sforzini, Semprini e Federici. Dal Modena arriva in prestito il giovane Gilioli.

La Storia (Parte 3): Gli anni '90

Il ritorno nei dilettanti (1990/1991) vede l'abbandono di Squinzi, che si defila preferendo le sponsorizzazioni ciclistiche e la conseguente cessione dei pezzi più importanti, come Marco Schenardi, prelevato dal Bologna dell'allora presidente Corioni, il quale lo piazza momentaneamente nella sua società satellite Ospitaletto. Gli emiliani vengono inseriti nel girone C, dove ritrovano vecchie avversarie come Virtus Roteglia, Fanfulla, Reggiolo, Vogherese, Crema e Brescello. La formazione sassolese si piazza a centro classifica. Stessa posizione raggiunta anche nelle due annate successive (1991/1992 e 1992/1993). 5° posto invece nel campionato 1993/1994, nel quale si mette in evidenza bomber Spezia con 16 centri, secondo solo a Pompini (che ne siglò 17 nella Casalese). Altro 7° posto nella stagione 1994/1995 e 6° nel 1995/1996, dove si evidenzia il tandem d'attacco Luconi (18 reti) e Mollica (8 reti).
La stagione 1996/1997 è invece di sofferenza nonostante un duo d'attacco formato sempre da Luconi (14 centri) e Paraluppi (13), tornato alla base dopo un lungo girovagare nelle squadre emiliane di categoria. Arriva una salvezza stentata per un solo punto, che vale però da trampolino di lancio per la stagione seguente, che segna una nuova era per il Sassuolo. Nel 1997/1998 si riavvicina Squinzi e di conseguenza la Mapei, con Giorgio Mariani che ritorna nelle vesti di General Manager. Il girone C del CND vede un lungo duello tra Trento e Sassuolo: le due squadre conquistano gli stessi punti sia all'andata che al ritorno. Inevitabile quindi lo spareggio, che viene disputato allo stadio di Masnago a Varese. Trentini trascinati da Daniele Giulietti, che segna 20 reti. La promozione si decide ai rigori con i gialloblu che hanno la meglio sui neroverdi per 5-4. Per il Sassuolo arriva comunque la promozione in C2 con un ripescaggio per inadempienze finanziarie di altre società.
Ai nastri di partenza della C2 1998/1999, con l'iscrizione al girone B (squadre adriatiche), i neroverdi si presentano con Baldelli alla presidenza, Mariani come G. M. e l'ex centrocampista del Pisa Stefano Garuti in panchina. In campo il portiere Bizzarri, il difensore Rosario Biondo (che approderà poi in Serie A e B), il centrocampista ex Padova Andrea Cuicchioltre e una buona punta di categoria come Ramacciotti. La squadra non ingrana e soffre il salto di categoria; Garuti viene sostituito da Roberto Busi, che guida la formazione fino al 10° posto. Nel campionato 1999/2000 arriva la salvezza con l'esperto allenatore Gianni Balugani; in porta anche l'ex Perugia Graziano Vinti

La Storia (Parte 2): Gli anni '80

Il Sassuolo si ripresenta al campionato interregionale al via della stagione 1981/1982, sempre con Prati alla presidenza e Franco Martinelli in panchina, partecipando al girone C emiliano-romagnolo, ottenendo il 6° posto finale grazie alle 13 reti del bomber Maini. L'annata seguente (1982/1983) il bomber si conferma con 12 segnature e per i neroverdi è 8° posto in un girone misto emiliano-veneto, ponendo le basi per il salto di categoria. Nel frattempo la società passa nelle mani di un nuovo proprietario: il Rag. Claudio Sassi.

La rosa del Sassuolo 1983/84, vincitore del campionato Interregionale e per la prima volta promosso in C2

La stagione 1983/1984 è una di quelle storiche per la squadra di Sassuolo: si ha un primo appoggio esterno di Giorgio Squinzi con la Mapei, e i risultati si vedono; al termine di un lungo duello a distanza con il Rovigo, gli emiliani vincono il girone D (con sole 3 sconfitte) approdando per la prima volta nel campionato di Serie C2. Sempre con l'attaccante Maini sugli scudi, questa volta con 15 gol. Per la C2, dove viene inserito nel girone C, si ha la conferma di tutto lo staff a partire dal tecnico della promozione Aurelio Dotti, per una squadra formata da quasi tutti giocatori della zona. Una stagione da incorniciare per i neroverdi, che chiudono con un ottimo 6° posto: una sola sconfitta interna, spinti come sempre dal bomber Piero Maini, che conferma le sue qualità anche nella categoria superiore con 11 centri. Nel campionato successivo (1985/1986) il Sassuolo, pur confermando lo stesso gruppo, incontra alcuni problemi sul proprio cammino, riuscendo comunque a centrare una sofferta salvezza.

Il Sassuolo della stagione 1986/87

La stagione 1986/1987 vede gli emiliani spostati nel girone B; presidente è sempre il Rag. Sassi, mentre in panchina Ezio Galbiati, che in squadra può contare su buoni giocatori di categoria come lo stopper Malaguti, il mediano Residori, e il centrocampista Alessandro Pane (in seguito all'Empoli). Per i Sassolesi è da registrare anche il ritorno di Ezio Pascutti a rilevare Galbiati, per cercare di centrare la salvezza (che arriva). Nel 1987/1988, sempre inseriti nel girone B ma con alcuni cambiamenti importanti: la Mapei diventa sponsor e mette come general manager l'ex ala di Inter e Fiorentina Giorgio Mariani, mentre in panchina troviamo Giancarlo Magrin. Viene abbandonata la storica sede di via Fossetta 1 per passare in Piazza Risorgimento 47, dove è situato lo stadio "Enzo Ricci". Confermati Residori e Montanini, in prima squadra si affacciano anche il bomber Cosimo Francioso (prelevato dal Galatina) e anche un giovanissimo Schenardi, al tempo nemmeno ventenne, arrivato in prestito dalla cremonese. Per il centrocampista, alla fine della stagione, saranno 33 le presenze e due i gol. Ma la squadra arranca, arrivando terzultima con 28 punti e arriva la retrocessione con il Suzzara e la Pro Patria. Al termine della stagione per Suzzara e Sassuolo ci sarà anche il ripescaggio in categoria.
Nel campionato successivo (1988/1989), il tecnico Guido Mammì, con un Sassuolo che trova una sua precisa identità con Aloise, Paraluppi, Zuccheri, in difesa Schenardi e Liset, Residori e Lagrasta a centrocampo oltre agli attaccanti Paraluppi e D'Agostino con 24 gol complessivi. Un gruppo che, nonostante il cambio in panchina da Mammì ad Adelmo Capelli, ottiene un 5° posto di tutto rispetto.

Il Sassuolo della stagione 1989/90 sponsorizzato Mapei

La stagione 1989/1990 vede la formazione neroverde sempre nel girone B di C2; si registrano alcune partenze importanti come quella di Liset. Il Sassuolo conferma comunque la solita intelaiatura con Schenardi sempre più simbolo della squadra; inizialmente in panchina Adelmo Capelli, quindi Raffaello Vernacchia (ex ala dell'Atalanta in B) e poi Gianni Seghedoni, ma non riesce a raddrizzare la baracca. Al termine del campionato i sassolesi non possono evitare la caduta in Interregionale accompagnati da JuveDomo e Orceana.

La Storia (Parte 1): Dagli inizi agli anni '70

La società sassolese, istituita nel 1920, si affiliò alla Federazione Italiana Giuoco Calcio il 17 luglio dello stesso anno, e utilizzava al principio gli stessi colori dello stemma comunale, ovvero il giallo e il rosso. La squadra partecipò per molti anni ai tornei dilettantistici emiliani, dove nacquero molte rivalità (Carpi, Roteglia, Vignola, Guastalla, Mirandolese e Baracca Lugo quelle principali).
Il primo risultato significativo ottenuto dalla squadra fu nel campionato 1968/1969, quando partecipò al campionato di Serie D (Girone B) con squadre lombarde e altre formazioni emiliane (tra le quali Carpi e Mirandolese). Al termine della stagione arriva la salvezza. L'annata successiva, in un girone simile (con l'inserimento della Parmense, della Cremonese e della Gallaratese), la squadra si piazza a centro classifica con 33 punti. Dalla stagione 1970/1971, sempre in Serie D, gli emiliani si presentano con i colori neroverdi e la denominazione di Football Club Sassuolo; la sede è in via Mazzini, presso il campo comunale, al tempo formato da una sola tribuna in legno. Presidente è Primo Costi con allenatore Angelo Ottani, che porta il club a una salvezza sofferta sempre nel girone B; 2 punti di vantaggio sui rivali di sempre del Carpi, che retrocedono. Nel campionato 1971/1972 il sodalizio emiliano cambia ancora nome e diventa Football Club Sassuolo Sportiva, mantenendo i colori sociali neroverdi, sempre con Costi alla presidenza, mentre Angelo Ottani in panchina dura solo 5 giornate, sostituito da Augusto Vaccari. Nel campionato 1972/1973, inserito ancora nel girone B, troviamo due squadre sassolesi: il San Giorgio Sassuolo, che fino ad allora svolgeva attività minore (nota come Giofil e dai colori viola e nero, che si piazzerà al 14° posto) e la Sassuolo Sportiva, classificatasi ultima e quindi retrocessa con Cisanese e Guastalla.
Nell'estate del 1973, sotto la guida del presidente Cantelli, la Giofil e la Sassuolo Sportiva decidono di dare vita a un sodalizio comune: le due squadre si fondono dando vita a una nuova società che prende la denominazione di Sassolese, con maglia a strisce verticali rosse e blu e pantaloncini bianchi (probabilmente in onore del Bologna, club da cui arriva l'allenatore, una gloria del calcio nazionale come Ezio Pascutti, che da poco aveva smesso di giocare all'ombra delle due torri). La compagine inserita nel girone D della Serie D, si piazza al 9° posto in un campionato vinto dai rivali di sempre del Carpi.
Nell'estate del 1974 la Sassolese diventa Unione Sportiva Sassuolo Calcio, sempre con maglia rosso-blu e calzoncini bianchi. Il sodalizio ha inizialmente sede a Fiorano Modenese, così come anche il campo a gioco è situato nella vicina cittadina. Presidente è Carlo Alberto Giovanardi mentre allenatore è sempre l'ex bomber del Bologna. I Sassolese raggiungono così un buon 7° posto, a pari punti (36) con la Maceratese. Nell'annata seguente (1975/1976) in panchina non troviamo più Pascutti, ma c'è il ritorno di Ottani con Igino Guazzi alla presidenza. Stagione certo non fortunata, che si chiude con il ritorno ai campionati dilettantistici dopo un arrivo a pari punti con Boca San Lazzaro di Savena e Baracca Lugo, che vede questi ultimi salvarsi per la miglior differenza reti. Nel campionato 1977/1978, stagione dell'ultima riforma dei campionati, gli emiliani, che hanno cambiato ancora presidenza e giuda tecnica, sono sempre nel girone D con formazioni marchigiane, romagnole ed emiliane. Salvezza raggiunta per un soffio con un solo punto di vantaggio sul quartetto delle retrocesse. Nuova stagione sportiva (1978/1979) e nuovo staff: con Gilberto Prati alla presidenza che riporta alla guida tecnica Augusto Vaccari. Cambio anche nella tenuta di gioco: i pantaloncini diventano blu. Cambiamenti che non giovano, infatti il club retrocede mestamente con soli 17 punti conquistati.

Colori e simboli ufficiali

Colori

I colori canonici del Sassuolo sono il nero ed il verde, da cui il soprannome di "neroverdi". L'attuale prima magli del club presenta questo abbinamento cromatico secondo una rigatura a strisce verticali, ma in passato non sono mancate le più diverse sperimentazioni stilistiche, spesso legate alle mode del momento. Come seconda uniforme, la scelta è quasi sempre caduta su di un completo bianco con finiture neroverdi; la terza casacca è spesso colorata di blu


Simboli ufficiali

Lo stemma del Sassuolo (che risulta in uso perlomeno dal 2001) è costituito da uno scudo decorato nella parte inferiore da strisce nere e verdi, oltre che da un pallone da calcio, e nella parte superiore è diviso in due parti, quella sinistra presenta i 3 colli dello stemma cittadino, quella a destra ancora strisce nere e verdi. La fascia orizzontale che divide i due settori riporta il nome del club (dapprima vi era la sigla U.S.S., poi sostituita da U.S. Sassuolo). Nella stagione 2008/2009 sulle maglie era applicato uno stemma costituito da uno scudo pentagonale diviso verticalmente in due porzioni (una verde e una nera), con al centro lo stemma della città di Sassuolo, racchiuso tra la denominazione del club e l'anno di fondazione.

Inno

L'inno ufficiale del Sassuolo è il brano "Neroverdi", composto nel 2013 dal cantautore sassolese Nek e utilizzato come tale a partire dal dicembre dello stesso anno.

Nek alla presentazione dell'inno (al fianco di Magnanelli)

Unione Sportiva Sassuolo Calcio

L'Unione Sportiva Sassuolo Calcio, nota più semplicemente come Sassuolo, è una società calcistica italiana con sede nella città di Sassuolo, in provincia di Modena. Costituita nel 1920, dalla stagione sportiva 2013/2014 milita in Serie A. I suoi colori sociali sono il nero e il verde, da cui il soprannome "Neroverdi"; altro soprannome noto del club è Sasòl ("Sassuolo" in dialetto emiliano). Dopo aver usufruito per anni dello stadio "Enzo Ricci" di Sassuolo, e aver poi brevemente giocato sul manto dello stadio "Alberto Braglia" di Modena, dal 2013 i neroverdi disputano le loro partite casalinghe Al "Mapei Stadium Città del Tricolore" di Reggio Emilia.

Il Sassuolo si trova al 51° posto della classifica perpetua della Serie A dal 1929, che tiene conto di tutte le squadre che hanno militato almeno una volta nella massima serie. E' entrato nel ristretto gruppo di squadre non appartenenti a città capoluogo di provincia - che comprende anche l'Empoli, il Lecco, il Carpi, il Cesena, il Legnano, la Pro Patria di Busto Arsizio e il Casale di Casale Monferrato - capaci di raggiungere la massima categoria calcistica italiana a girone unico. 
Ha disputato 7 campionati di Serie A, 5 di Serie B, 2 di Serie C1 e 14 di Serie C2. La società fu promossa per la prima volta in massima serie nel 2013, mentre il miglior piazzamento ottenuto in Serie A è il 6° posto della stagione 2015/2016, con cui raggiunse per la prima volta la qualificazione alle coppe europee. Nella sua storia il Sassuolo ha vinto un campionato di Serie B, uno di C1, e una supercoppa di Serie C1.